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Dante incontrò nel girone infernale dei "violenti contro natura" il suo maestro Brunetto Latini, manifestandogli tutta la riconoscenza per aver appreso dal suo insegnamento «come l'uom s'etterna», ma l'umana stima non lo distolse dal proprio compito di giudice assegnatogli da Beatrice e da Cacciaguida segnalando ai suoi lettori, con la pena della pioggia di fuoco inflitta da Dio alla città di Sodoma, il peccato di lui. La "Divina Commedia" celebra il nuovo tempo della storia nell'"anno bonifaciano" e precisamente nel giorno di Pasqua (10 aprile 1300) quando «uscimmo a riveder le stelle» (If. XXXVI, 139), distinguendo il proprio poema dai molti fantasiosi componimenti medioevali sull'aldilà e spostandolo in tal modo dal genere allegorico a quello "figurale".